A picco sulla valle del Treja, l'antico abitato di Mazzano Romano conserva ancora il suo impianto urbanistico medievale, fatto di vicoli che seguono le pieghe della rupe tagliata nella roccia vulcanica.
L'unico accesso al paese era ed è costituito da un arco a volta affacciato sulla rupe che guarda sul corso del fiume Treja.
La storia di Mazzano inizia con gli antichi insediamenti dei Falisci, della cui presenza rimangono diverse necropoli all'interno delle quali gli scavi archeologici hanno portato alla luce una serie di importanti reperti esposti, per la maggior parte, nel Museo Nazionale dell'Agro Falisco di Civita Castellana e nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
Nel periodo dell'espansione della potenza romana, la regione divenne parte dell'Ager Faliscus, terra di conquista che in parte venne utilizzata come colonia penitenziaria e in parte venne data in uso ai veterani dell' esercito di Roma.
Probabilmente, il nome di Mazzano deriva da un fondo di nome Matianum (cioè del nome di una nobile famiglia romana). Decaduta nel periodo del crollo dell' impero, anche perché erano venute meno sia le grandi vie di comunicazione che le ampie tenute agricole che avevano caratterizzato l' epoca d'oro dell' impero, Mazzano ricomparve nelle cronache poco prima dell'anno Mille.
Era il periodo in cui i signori spingevano le popolazioni ad occupare i siti delle antiche città arroccate di origine etrusca, facilmente fortificabili e quindi più sicuri in un'epoca in cui le scorrerie di saraceni e bande di briganti rendevano le campagne molto poco tranquille.
Il 14 gennaio del 945 d.C. il potente principe romano Alberico, padre del futuro papa Giovanni XII, la donò, " con tutti i territori annessi e tutti i coloni che vi lavoravano " a Benedetto, abate del convento romano dei Santi Andrea e Gregorio al Celio, che rimase proprietario del feudo sino al 1526, quando il paese venne acquistato dalla potente famiglia degli Anguillara.
Nel 1599 Flaminio Anguillara vendette Mazzano al Cardinale Lelio Biscia e nel 1658 il feudo passò, per eredità, alla nobile famiglia dei Del Drago che lo amministrarono fino alla riforma fondiaria dell'Ente Maremma. L' aggettivo Romano è stato aggiunto al nome di Mazzano nel 1872.
L' antica chiesa, che si trovava nell'angolo sud del paese, attribuita al Vignola o ad un suo allievo, risaliva al 1563. Aveva una facciata in stile dorico ed il suo campanile, di linee semplici ed eleganti era alto circa 25 metri e fu colpito da un fulmine nei primi del '900. La chiesa venne demolita nel 1940 poichè una parte essenziale della navata era pericolante: oggi, dell'antica struttura, è visibile in Piazza Antisà solamente una parte del coro originale.
Nell' attuale centro storico si incontrano l'antico palazzo baronale dei Biscia, che comprende l' arco cinquecentesco d'ingresso al castello ornato dallo stemma di famiglia. Questo quartiere del borgo sorse nel XVII secolo, periodo di notevole espansione demografica del paese.
Sull'antica Piazza Umberto I si affaccia una piccola chiesa con due affreschi: quello sull' abside raffigura il martirio di S. Sebastiano tra San Rocco e San Gregorio papa e quello sulla parete sinistra raffigura la Madonna con il Bambino e Sant' Anna. Sulla stessa piazza si trova anche il monumento ai caduti.
A nord-est di Mazzano, su di un ripiano roccioso, sono i resti della Chiesa di Santa Maria, del secolo XIV.
L'interno è composto di mura diroccate, mentre attorno alla struttura principale sono i ruderi di un antico convento.
In alto su uno sperone che sovrasta la chiesa sono i resti di un torrione quadrato, sempre del secolo XIV, costruito con grandi blocchi di tufo e nei dintorni sono stati rinvenuti resti di pozzi e ipogei d' epoca falisca.
Il lunedì di Pasqua, come vuole la tradizione, la chiesa è meta di una processione e di una festa campestre.
Il Castello dell' Agnese è un sito deserto medievale al quale si riferiscono dei documenti pubblicati nel 1427, che lo descrivono come " tenimentum castri inabitati vocati Agnese "
Nel 1668 fu autorizzata da Clemente IX la vendita del Castello che, nel 1786 divenne proprietà della famiglia Del Drago.